Ultima modifica: 6 novembre 2019
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Disegno di Legge di Bilancio 2020 e comparto istruzione e ricerca: una manovra da cambiare. Pochi, deludenti e disorganici interventi sui settori della conoscenza

Dopo settimane di discussione che hanno messo in dubbio la coesione e persino la sopravvivenza del governo Conte II, è stato presentato al Senato il Disegno di Legge di Bilancio 2020.

Di certo non manca la consapevolezza che i nodi economici irrisolti ereditati dai precedenti governi hanno imposto una manovra da 30 miliardi di euro – di cui ben 23,1 miliardi esclusivamente per scongiurare, nel 2020, un aumento delle aliquote IVA dal 22 al 25,2% e dal 10 al 13%. Nonostante ciò non mancano interventi che rappresentano elementi di discontinuità rispetto al recente passato

  • Un cambio di passo, seppur ancora parziale e insufficiente, rispetto alla lotta all’evasione fiscale che rappresenta una piaga endemica per il nostro Paese
  • Il taglio del cuneo fiscale: il taglio dovrebbe riguardare sia i 4,5 milioni di lavoratori con redditi lordi tra i 26.600 e i 35.000 mila euro, finora esclusi dal bonus degli 80 euro, che i 9,4 milioni di lavoratori con redditi da 8mila a 26.6000 euro, che percepiscono già il bonus. Costo: 3 miliardi per il 2020, 5 miliardi dal 2021.
  • Politiche per la famiglia: è prevista la costituzione di un fondo da oltre un miliardo di euro per il 2020 e di 1,244 miliardi di euro dal 2021 con risorse provenienti dagli attuali bonus (nascita, bebè, voucher asili nido) e da risorse aggiuntive
  • Il rafforzamento della clausola investimenti del 34% al Mezzogiorno
  • Green new deal: è prevista la costituzione di un fondo pluriennale con un robusto finanziamento finalizzato a sostenere programmi e progetti economicamente sostenibili e che abbiano come obiettivo la decarbonizzazione dell’economia, l’economia circolare, la rigenerazione urbana, il turismo sostenibile, l’adattamento e la mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico ed, in generale, programmi di investimento e/o progetti a carattere innovativo e ad elevata sostenibilità ambientale e che tengano conto degli impatti sociali.

Registriamo che nonostante le ripetute affermazioni da parte del Ministro dell’Istruzione e del Presidente del Consiglio circa la necessità di realizzare cospicui investimenti pluriennali e strutturali nel settore dell’istruzione e ricerca, nei fatti si constata che del disegno di legge sono previsti solo pochi e disorganici interventi in piena continuità con le scelte politiche dei governi degli ultimi anni.

Anche questo governo, quindi, marginalizza un settore chiave per lo sviluppo del nostro paese.

Emerge, infatti, con chiarezza, che le risorse per il rinnovo dei contratti del settore pubblico, seppure incrementate di 225 milioni per il 2020 e di 1,4 miliardi di euro a decorrere dal 2020, sono sempre molto lontane dalle richieste sindacali di recupero del potere d’acquisto perso dai lavoratori pubblici in questi anni. Non vi è traccia inoltre della valorizzazione professionale del personale del comparto istruzione e ricerca che consenta un avvicinamento alla media delle retribuzioni europee, così come previsto dall’accordo del 24 aprile 2019 sottoscritto dal Presidente del Consiglio Conte con le Organizzazioni sindacali del comparto.

L’elenco delle disposizioni specifiche sui settori della conoscenza, inoltre, è davvero poca cosa e in alcuni casi sono anche da rivedere, per evitare ricadute negative, aldilà anche delle intenzioni.

Scuola
  • Incremento delle risorse del Piano nazionale di formazione, pari a 11 milioni di euro, finalizzate al potenziamento della qualificazione dei docenti in materia d’inclusione scolastica
  • Incremento di 2 milioni di euro a decorrere dal 2020 delle risorse dedicate al Piano nazionale Scuola Digitale
  • 30 milioni destinato a Fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici
  • Riduzione da 25,8 a 11,6 milioni delle spese per la sostituzione dei docenti impegnati in attività di supervisori del tirocinio presso le università.
  • Efficientamento energetico, adeguamento e messa in sicurezza di scuole: previsti finanziamenti sia per comuni che per province e aree metropolitane
  • Contributo fino all’80 per cento della spesa sostenuta entro l’anno precedente per l’acquisto da parte scuole pubbliche di abbonamenti a quotidiani e periodici anche in formato digitale.
Ricerca
  • Costituzione dell’Agenzia Nazionale per la Ricerca (ANR) dotata di autonomia statutaria, organizzativa, tecnico-operativa e gestionale, sottoposta alla vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
  • Norme su assunzioni e trattamento accessorio del personale degli enti pubblici di ricerca
  • Finanziamenti dei programmi spaziali nazionali
Università
  • Incremento di 16 milioni annui del fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio di cui all’articolo 18, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 68.

La FLC CGIL nei prossimi giorni presenterà le proprie proposte per cambiare la Legge di Bilancio affinché si determinino maggiori investimenti nei settori dell’istruzione e della ricerca e chiederà il sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto non escludendo nessuna iniziativa di mobilitazione affinché esse vengano accolte.