Autonomia differenziata in Friuli Venezia Giulia: in materia di istruzione un accordo che va subito fermato
Roma, 27 febbraio – Apprendiamo di “uno storico accordo”, così viene definito dall’assessore all’istruzione della Regione Friuli Venezia Giulia, fra la medesima Regione e il MIUR per l’assunzione di personale dirigente, ATA e docente di sostegno, attraverso risorse regionali. L’accordo, approvato dalla giunta regionale e in attesa di sigla definitiva fra le parti, va assolutamente fermato.
Chiediamo subito un incontro al Ministro dell’Istruzione per rendere conto dello sconfinamento dei suoi poteri che non consentirebbero passi avventati e sconsiderati come questo.
L’accordo, errato nei suoi presupposti circa le prerogative che vengono attribuite alla regione e che appartengono invece allo Stato, apre le porte alla regionalizzazione del servizio istruzione, che in quanto servizio istituzionale, è di per sé nazionale e tale deve restare. Le giuste necessità di dotare sia le scuole del necessario personale dirigente, docente e ATA, sia gli uffici territoriali dell’organico di cui è stato depauperato nel corso degli anni, non riguardano la sola regione Friuli Venezia Giulia ma tutte le regioni italiane. Il Ministero, così facendo, abdica al suo ruolo e dichiara la sua incapacità a provvedere alle necessità delle scuole e degli uffici.
La via è un’altra: quella della coesione sociale e dello sviluppo di tutti territori perché il diritto all’istruzione va garantito in ogni angolo del Paese indipendentemente dai confini territoriali dei governi locali.
Il Governo, interpretando quello che deve essere il compito della Repubblica, faccia il suo dovere e non rinunci al suo ruolo. O altrimenti chi ne gestisce le amministrazioni faccia un passo indietro e ceda il posto a chi è capace di fare il suo dovere di governante nazionale.