Scelte del governo in materia di reclutamento: le idee non sono chiare, i problemi invece sì
Abbiamo già sviluppato un’analisi delle misure contenute nel DEF in materia di reclutamento del personale docente. Torniamo sull’argomento con un focus che vuole mettere in chiaro i problemi più urgenti nel settore.
L’anno scolastico 2018/19 è partito all’insegna del caos sulle supplenze e delle difficoltà ad assegnare i posti in ruolo autorizzati dal MEF.
Il MIUR si è trovato nella paradossale condizione di poter stabilizzare 57.322 cattedre, ma di averne effettivamente assegnate solo 25.105. Le ricadute, in termini di carenza di docenti assunti a tempo indeterminato e oneri aggiuntivi per il reclutamento dei supplenti, si sono fate sentire in tutte le scuole.
Le graduatorie provinciali ad esaurimento della scuola secondaria sono pressoché vuote in tutto il centro-nord, per cui gli oneri della gestione delle supplenze al 30 giugno e 31 agosto sono stati demandati alle scuole, con sovraccarico di lavoro per le segreterie e forti disagi legati alla frammentarietà delle procedure di convocazione.
Oltretutto l’apertura della finestra semestrale di aggiornamento delle graduatorie d’istituto, che si è conclusa il 10 settembre, ha generato ovunque incertezze e confusione nell’attribuzione dei contratti a tempo determinato.
Nella scuola primaria una situazione simile a quella della secondaria è prevedibile per l’anno prossimo, quando le GAE in molte province si svuoteranno, per effetto dei ricorsi dei diplomati magistrali che andranno a sentenza. A quel punto si potrebbe ripresentare la difficoltà di quest’anno ad assegnare i ruoli, ma in proporzioni ancora più rilevanti.
È inaccettabile che vengano scaricati sulle scuole e sugli studenti simili disagi, mentre migliaia precari non aspettano altro che una procedura che consenta loro di accedere all’assunzione.
Due concorsi FIT (ordinario e riservato) per la secondaria sarebbero dovuti partire entro la fine del 2018, ma ancora non ve ne è traccia, e gli appelli di migliaia di aspiranti che hanno acquisito i 24 CFU sono rimasti inascoltati.
Il concorso straordinario per diplomati magistrali e laureati in scienze della formazione primaria con due anni di servizio richiede tempi che potrebbero essere anche molto lunghi, ma se a luglio 2019 non saranno pronte le graduatorie di merito, le scuole non avranno candidati da assumere. Inoltre i laureati in Scienze della Formazione Primaria e i diplomati magistrali che non hanno i due anni di servizio reclamano giustamente un concorso ordinario, che ancora non si vede all’orizzonte.
È evidente che molte di queste problematiche non nascono oggi, ma chi governa ha il dovere di agire con competenza e tempestività, in maniera da tutelare un diritto fondamentale quale l’istruzione. Come FLC abbiamo più volte chiesto l’apertura di un tavolo di confronto sulla materia e ribadiamo con forza il nostro appello.