Gravissimo atto di censura politica nei confronti di Raimo
Comunicato congiunto FLC CGIL Nazionale e FLC CGIL Roma e Lazio
Roma, 7 novembre – L’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio ha comminato, con un’inedita solerzia e rapidità, la sanzione disciplinare della sospensione dal servizio per tre mesi con dimezzamento dello stipendio al prof. Christian Raimo per aver espresso critiche alle politiche del Ministro dell’Istruzione Valditara. Una decisione non giustificata per la FLC CGIL Nazionale e la FLC CGIL Roma e Lazio da reali violazioni disciplinari, e che sottende piuttosto l’obiettivo di instaurare un clima di controllo e intimidazione verso tutto il personale scolastico, utilizzando in modo strumentale il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici.
Invece di tutelare l’integrità della professione, il codice viene sfruttato per reprimere e soffocare il libero dibattito, riducendo gli insegnanti a esecutori di una linea ministeriale priva di spazio per l’esercizio della piena cittadinanza.
Troviamo questo provvedimento di una gravità inaudita, poiché Raimo ha espresso le proprie valutazioni e idee in occasione di una manifestazione politica e non certo a scuola o durante il servizio.
Per la FLC CGIL e la FLC CGIL di Roma e Lazio questo atto è null’altro che una censura politica mascherata da sanzione disciplinare e prefigura una limitazione della libertà di espressione, garantita a tutti i cittadini nel nostro paese dalla Costituzione, indipendentemente dalla loro condizione lavorativa.
Riteniamo inaccettabile che si tenti di minare il diritto di critica e di dissuadere i docenti e tutto il personale dall’esprimere liberamente il proprio pensiero. Questa azione rappresenta un grave segnale per tutta la comunità educante, indirizzando un monito inquietante: ogni voce dissenziente sarà punita.
La FLC CGIL oltre a esprimere piena solidarietà al prof. Raimo attuerà tutte le azioni di tutela legale e sindacale per impugnare il provvedimento e invita tutto il personale a partecipare alle iniziative che saranno messe in campo a difesa della libertà di espressione.
Adesso censurateci tutti e tutte!