Un voto per la scuola della Costituzione
Il 7 maggio i lavoratori sono chiamati a esprimersi per il rinnovo del Cspi, il massimo organo di rappresentanza del settore. Le parole dei candidati della Flc
Il prossimo 7 maggio in tutte le scuole statali si vota per il rinnovo del Cspi. Nello “scioglimento” della sigla si capisce l’importanza di questo appuntamento: Consiglio superiore della pubblica istruzione. Ovvero, l’organo collegiale “supremo” di rappresentanza del mondo della scuola, garante della sua unitarietà, figlio dei decreti delegati degli anni Settanta, abolito addirittura nel 2013 e “ripristinato” nel 2015 grazie a una durissima battaglia legale della Flc Cgil.
Fanfarillo: difendere l’autonomia scolastica
Roberta Fanfarillo, di professione preside e responsabile dirigenti scolastici della Flc Cgil, è membro uscente del Cspi. Ha deciso di ricandidarsi perché, dice a Collettiva, “oggi è più che mai importante che il Consiglio continui a essere il presidio della scuola dell’autonomia. I segnali che ci arrivano dal governo e dal ministro dimostrano l’intenzione di smantellare i punti fermi dell’indipendenza della scuola. Gli esempi possibili sono tanti: dalla vicenda di Pioltello fino alle pressioni che le scuole subiscono sull’utilizzo dei fondi del Pnrr”.
A conferma di questo sta il fatto, aggiunge la dirigente, che “solo nell’ultimo anno, causa soprattutto la foga riformatrice, o meglio deformatrice, di Valditara, il Cspi ha elaborato 43 pareri”. Pareri generalmente negativi su temi cruciali come la riforma degli istituti tecnici e della filiera tecnologico-professionale, la figura del tutor eccetera.
Dal 2015 a oggi i pareri espressi sono stati 172. Spesso hanno contribuito a modificare provvedimenti sbagliati per la scuola, come ad esempio la direttiva riguardante la valutazione dei dirigenti scolastici che, sulla base della “Buona scuola” di renziana memoria, puntava a prendere in considerazione i risultati scolastici di studenti e studentesse e il giudizio della comunità scolastica, legando a questo anche la remunerazione di risultato che invece, ricorda Fanfarillo, “è materia esclusiva della contrattazione. Grazie alla nostra azione la direttiva è stata pubblicata ma mai applicata”.
Insomma, conclude Fanfarillo, “è importante che nel Cspi ci sia una voce della dirigenza che porti avanti queste istanze: l’autonomia delle scuole è strettamente connessa a quella dei dirigenti”.
Santoro: il ruolo degli Ata è fondamentale
“Ho deciso di candidarmi per un motivo molto semplice: il Cspi è importante perché rappresenta la voce della scuola al più alto livello e perché la Cgil è l’organizzazione più coerente nella difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, e del valore istituzionale e costituzionale della scuola pubblica”. Con queste parole Annamaria Santoro, vice presidente uscente del Cspi, spiega le motivazioni della sua scelta.
Santoro, dirigente della Flc e della Cgil, viene dal mondo degli Ata e più precisamente dalle fila dei Dsga, i dirigenti dei servizi generali e amministrativi. Una collocazione che la dirigente difende con forza: “La presenza degli Ata nel consiglio è importante per ribadire il ruolo fondamentale che all’interno della comunità educante ha questa componente per il contributo che dà all’offerta formativa della scuola”.
Nel Cspi non si lavora per settori, ma per temi. In alcuni casi certamente il contributo dato su problematiche che interessavano gli Ata è stato fondamentale, per esempio, ricorda la dirigente, “in tutta la procedura che ha riguardato l’internalizzazione degli ex Lsu. Quello che non si è riuscito a ottenere in sede di confronto sindacale si è riusciti a conquistarlo con l’azione del Cspi, tanto che alla fine sono stati internalizzati tutti”. Efficaci anche, aggiunge, “i pareri forniti sulle progressioni verticali dei lavoratori e lavoratrici facenti funzioni di Dsga, tanto che il decreto prossimo a uscire porterà miglioramenti significativi”.
Ma anche quando i provvedimenti non riguardavano direttamente questa componente l’intervento è stato importante. “Ad esempio – conclude Santoro – quando abbiamo dato parere negativo rispetto alla riforma delle filiera tecnico-professionale, abbiamo sottolineato come il taglio agli organici avrebbe riguardato non solo docenti ma anche, appunto, il personale Ata”.
Morando: difendere la scuola dell’infanzia
“Valditara la scuola primaria s’è l’è un po’ dimenticata, si è comcentrato soprattutto sulla secondaria”. Con una battuta Serena Morando, insegnante e dirigente della Flc Cgil, sottolinea che nell’ultimo anno il Cspi non ha avuto – si potrebbe dire per fortuna in questo caso – particolari occasioni di esprimere pareri su questo segmento del sistema. Tuttavia, ci dice spiegandoci i motivi della sua ricandidatura, “la scuola primaria è uno dei segmenti che ha espresso una qualità di insegnamento riconosciuta nel mondo. Dalla Gelmini in poi abbiamo resistito al taglio delle risorse cercando di mantenere modelli pedagogici, educativi e organizzativi che però in queste condizioni hanno iniziato a non reggere più: abbiamo bisogno di tutte quelle risorse, soprattutto di organico, con assunzioni e stabilizzazioni, che ci sono state dal 2009”.
Poiché l’aria che tira tuttavia va in tutt’altra direzione, “se anche per la scuola primaria arriveranno provvedimenti che, come per la secondaria, puntano ad assottigliare risorse e a ridimensionare il suo ruolo meno centrale, la battaglia da condurre al Cspi sarà fondamentale”.
In ogni caso, conclude l’insegnante, in generale il compito cruciale del Cspi nel suo prossimo mandato “sarà quello di difendere l’unità del sistema di istruzione e formazione dalla deriva secessionista contenuta nel Ddl Calderoli, contro tutti i tentativi di progressiva privatizzazione e frammentazione della scuola pubblica della Costituzione”.