Disegno di Legge di Bilancio 2024: le schede di lettura della FLC CGIL
Risorse insufficienti per il rinnovo del contratto 2022-2024, nessun investimento nei settori della conoscenza e nessun piano strutturale per stabilizzare il personale precario
Il 30 ottobre 2023 il governo ha presentato al Senato della Repubblica il ddl 926 relativo al Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e al bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026.
Disegno di legge 926 del 30 ottobre 2023
Schede di lettura Disegno di legge di Bilancio 2024
L’analisi della Legge di Bilancio 2024 non può che confermare il giudizio negativo che avevamo anticipato in occasione della pubblicazione della Nadef: nessun investimento nei settori della conoscenza, nessun piano strutturale per stabilizzare il personale precario, risorse insufficienti per il rinnovo del contratto 2022-2024. Una legge di bilancio finanziata sostanzialmente in deficit per la gran parte, che prelude ad una nuova stagione di tagli lineari al sistema pubblico (circa 10 miliardi nei prossimi tre anni) e che fa cassa sulle legittime aspettative previdenziali di una parte dei lavoratori pubblici (dipendenti degli enti di ricerca e parte del personale scolastico) attraverso la revisione dei coefficienti.
In particolare sul rinnovo del CCNL 2022-2024, il Governo tenta la carta demagogica, anticipando unilateralmente a dicembre 2023, in un’unica tranche, una parte delle risorse (2 miliardi) sotto forma di indennità di vacanza contrattuale potenziata, prevista per il 2024. Si tratta di un vero e proprio pacco perché i 5 miliardi (compreso l’anticipo) rappresentano poco meno di un terzo di quanto sarebbe dovuto ai lavoratori di scuola, università, ricerca e Afam sulla base dell’inflazione cumulata nel triennio.
In realtà a guardare il complesso delle misure della manovra quello che più colpisce è ciò che non c’è: le promesse elettorali sulle pensioni, interventi fiscali equi e progressivi a partire dalla tassazione degli extraprofitti (annunciati e poi abortiti), ma soprattutto una visione e una progettualità per il nostro paese che rafforzi gli strumenti di inclusione sociale e di cittadinanza (sanità e istruzione), disegni un modello di sviluppo sostenibile e provi ad aggredire con un progetto le trasformazioni epocali del nostro tempo: la riconversione verde, la digitalizzazione, la denatalità strutturale.
Queste sono anche le ragioni della mobilitazione che Cgil e Uil hanno messo in campo attraverso la proclamazione di scioperi generali territoriali e sono le motivazioni dello sciopero generale di scuola, università, ricerca e Afam del 17 novembre prossimo. Vogliamo salari dignitosi, stabilità del lavoro, un sistema pubblico della conoscenza che abbia i necessari investimenti e – soprattutto – vogliamo un Paese coeso e inclusivo, che offra a tutti le stesse opportunità e garantisca gli stessi diritti a prescindere dal luogo di nascita o dalla condizione sociale. Sono i principi fondamentali su cui si deve basare il patto di comunità nazionale, sono i diritti essenziali di cittadinanza rappresentati nella nostra Carta Costituzionale che vogliamo difendere e preservare.
Proponiamo una serie di schede di lettura del disegno di legge analizzando singolarmente ogni proposta normativa ed esprimendo su ognuna di esse una nostra valutazione e avanzando specifiche proposte.