Ultima modifica: 21 settembre 2022
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Il 23 settembre in piazza con Fridays For Future: per un diverso modello di sviluppo, per un’altra idea di società

Le morti sul lavoro e i disastri ambientali non sono eventi scollegati. È un intero modello sociale che va cambiato, rimettendo al centro le persone e non i profitti.

La scorsa settimana la FLC ha indetto uno sciopero per venerdì 23 settembre, in occasione del Global Strike 2022 per il Clima, #PeopleNotProfit lanciato da Fridays For Future. Uno sciopero che coinvolge tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici del comparto istruzione e ricerca (scuola, università, EPR, AFAM), compresa l’Area dirigenziale e i docenti universitari, oltre che la formazione professionale e le scuole non statali. Più avanzano la crisi climatica, la guerra e le diseguaglianze, più diventa urgente convergere sulle lotte, tenendo insieme le ragioni della pace, della svolta nelle politiche ambientale, dell’intervento su diritti e salari.

Le tragedie dello scorso venerdì confermano questa scelta, la rendono indifferibile e ci sollecitano a portarla avanti con maggior determinazione. L’improvviso temporale su Senigallia e nell’entroterra Marchigiano, con il tragico bilancio di 11 morti e 2 dispersi, ha reso plasticamente evidente sia la forza dei cambiamenti climatici in corso, sia la necessità di ripensare il nostro rapporto con il territorio e i suoi rischi. La morte assurda e improvvisa di Giuliano in una piccola fabbrica di Noventa di Piave, studente del 5° anno di un Istituto tecnico, torna a mostrare l’insostenibilità di un’alternanza scuola/lavoro obbligatoria e incontrollabile, in cui gli studenti periodicamente muoiono in luoghi e lavori che non dovrebbero vederli protagonisti.

Due eventi, un modello di sviluppo. Possono sembrare due eventi tra loro sconnessi: un intero territorio devastato da eventi sulla carta imprevedibili ma sempre più frequenti, un isolato incidente sul lavoro in una piccola fabbrica. Eppure, non è così. Alle spalle della devastazione nelle Marche c’è un’accumulazione estensiva e predatoria, che da decenni surriscalda l’ambiente sopra ogni soglia di attenzione, occupa il territorio senza attenzioni all’ambiente e alla sicurezza. Alle spalle della morte di Giuliano, solo qualche mese dopo quelle di Lorenzo e Giuseppe, c’è l’idea assurda che ogni posto di lavoro possa rappresentare una occasione formativa a prescindere dai livelli di rischio e dai contenuti del contesto in cui si svolge. Ma se allarghiamo lo sguardo vediamo che le tante morti sul lavoro di questi ultimi mesi, dalla ripresa a regime delle attività produttive dopo i lockdown, sono la tragica prova che nulla è cambiato, che l’imperativo della crescita e del profitto, senza alcuna considerazione per la vita e l’ambiente, rappresenta purtroppo il tratto distintivo del nostro presente.

Siamo ben oltre le nostre storiche critiche alla spinta iniziata già da almeno un ventennio di rendere l’istruzione funzionale all’impresa e al mercato del lavoro, allo sviluppo delle competenze professionali e del cosiddetto “capitale umano”, rendendo obbligatori stage e tirocini senza reale controllo e scarsi contenuti didattici. Ci troviamo di fronte ad una secca alternativa: o si accetta questa deriva o si riprende la parola e ci si oppone con tutte le forze. Noi scegliamo la seconda opzione.

Ogni morte come queste dovrebbe esser un punto di non ritorno. Per questo serve rilanciare la mobilitazione per la sicurezza nei luoghi di lavoro, per una radicale revisione del rapporto tra istruzione e lavoro, per l’abrogazione dell’obbligatorietà del PCTO in favore dell’istruzione integrata, ma serve farlo avendo in mente un’altra idea di società. Il 23 settembre lo sciopero nazionale per il clima, persone e non profitti, è un’importante occasione di portare queste ragioni e questi obbiettivi nelle piazze di tutto il paese. L’Agenda climatica per l’immediato futuro di Friday for Future pone infatti in campo richieste concrete per una svolta nelle politiche economiche e ambientali che chiedono anche diverse politiche sociali: diritti, sicurezza e riduzione dell’orario del lavoro. Per cambiare le cose, infatti, bisogna iniziare a metter in discussione obbiettivi di fondo e modelli di sviluppo con cui sono organizzati il territorio, il lavoro e l’istruzione.

Per questo il 23 settembre la FLC CGIL sarà nelle piazze di tutta Italia, con Friday for Future, con studentə, giovani, associazioni ambientaliste e movimenti sociali.

Per un diverso modello di sviluppo, appunto.

#PeopleNotProfit
#FacciamoQuadrato

*Per l’intera giornata del 23 settembre 2022 è proclamato lo sciopero di tutto il personale del comparto “Istruzione e Ricerca” e dell’Area dirigenziale, dei docenti universitari e di tutto il personale della formazione professionale e delle scuole non statali. Come aderire nella scuola.