Piano Scuola: emanate le linee guida per la ripartenza
Il Ministero dell’Istruzione trasmette le linee guida agli USR: definite responsabilità a tutti i livelli. Nonostante alcune lievi aperture, restano le criticità già presentate alla Ministra. La FLC CGIL rivendica l’importanza del ruolo del protocollo sulla sicurezza.
Acquisito il parere della conferenza Stato-Regioni, con il Decreto Ministeriale 39 del 26 giugno 2020, la Ministra Azzolina ha emanato il Piano Scuola per la ripartenza dell’anno scolastico.
Piano scuola 2020/2021, linee guida per settembre
Il miliardo annunciato primo passo frutto delle mobilitazioni
Al fine di predisporre la riapertura delle scuole e assicurare lezioni in presenza e sicurezza il Piano del Ministero prevede l’istituzione di:
- tavoli a livello regionale composti da responsabile ufficio scuola, assessori regionali a istruzione, salute e trasporti, rappresentanti UPI, Anci e Protezione civile con il compito di monitorare, supportare e integrare le azioni messe in atto dalle Conferenze di Servizio territoriali.
Le diverse associazioni e organizzazioni sociali del territorio (tra queste i sindacati al pari delle associazioni degli studenti e dei genitori) saranno coinvolte separatamente dagli USR tramite apposite conferenze. - le Conferenze di Servizio a livello provinciale, metropolitano e/o comunale promosse dall’ente locale con la presenza dei dirigenti scolastici del territorio per individuare e risolvere i problemi inerenti a spazi, arredi, edilizia ecc.;
- un apposito strumento operativo (“cruscotto informativo”) contenente i dati di tutte le scuole, per poter definire gli spazi necessari ad ogni scuola al fine di garantire il distanziamento tra gli alunni;
- un tavolo nazionale con Amministrazione, protezione civile e sindacati per stipulare un protocollo nazionale sulla sicurezza sul modello di quello già realizzato per gli esami di Stato;
- un apposito Fondo per l’emergenza presso il Ministero (attualmente consistente in 1 mld ma con l’impegno a reperire nuove risorse) per far fronte a tutte le esigenze che dovessero mergere per la riapertura delle scuole.
Tutte le misure adottate dovranno tener conto delle indicazioni sulla sicurezza contenute nel documento del CTS, a partire dalla distanza di 1 metro tra “le rime buccali” degli alunni. Rimane la possibilità da parte del CTS di rivedere, a ridosso della ripresa scolastica, le prescrizioni ed aggiornarle ove necessario.
Per far fronte alle esigenze di distanziamento potranno essere adottate, a livello di singola scuola, tutte le forme di flessibilità e di organizzazione delle attività previste dall’autonomia scolastica. La “didattica digitale integrale” viene destinata alle scuole di 2 grado e in via del tutto complementare.
Si confermano i “patti educativi di comunità”.
Così come si conferma il capitolo sulla formazione del personale, ma anche la predisposizione di prossime “Linee guida per la didattica digitale integrata” (nel cui elenco dei temi da affrontare non c’è quello relativo alla regolazione per via contrattuale della prestazione di lavoro).
Si prevede che, laddove sulla base del monitoraggio effettuato dal MI, emergano particolari criticità, siano predisposti interventi aggiuntivi a partire l’incremento della dotazione organica.
L’Amministrazione prevede un apposito Tavolo nazionale, per predisporre con il Dipartimento della Protezione civile e le organizzazioni sindacali il protocollo sulla sicurezza a scuola da adattarsi alle esigenze degli specifici contesti territoriali, utilizzando il modello già sperimentato in occasione degli esami di Stato del secondo ciclo di istruzione.
Con questo tavolo, l’Amministrazione coinvolgerà le organizzazioni sindacali nell’analisi delle questioni relative all’attuazione delle misure contenute nel Piano Scuola, per definire eventuali incrementi di organico del personale scolastico.
La nostra posizione
Il sistema di governo della ripartenza appare lontano dalla capacità di dare indicazioni precise per pianificare la ripresa a settembre. Si inseriscono livelli di competenza anche intermedi per monitorare e gestire ogni minimo aspetto ma resta il grave deficit di una forte cabina di regia nazionale in grado di assicurare ad ogni territorio l’effettiva garanzia del diritto all’istruzione per tutti gli alunni.
La FLC CGIL rivendica l’importanza del ruolo delle organizzazioni sindacali anche a livello territoriale: nei tavoli regionali operativi dove partecipa “il rappresentante regionale delle organizzazioni sindacali”, la relazione si gioca alla pari con tutti gli altri “rappresentanti” in un’ottica di ascolto e condivisione.
Sicuramente positivo il fatto che nel Piano ci siano, anche se non ben definite, aperture a possibili risorse per il rafforzamento degli organici. Ma, nonostante le dichiarazioni stampa, mancano gli impegni concreti ad incrementare le risorse finanziare necessarie.
Per la FLC CGIL restano comunque le criticità che avevamo già presentato durante l’incontro del 24 giugno e il rischio, evidenziato anche nell’intervento di Francesco Sinopoli che, senza un investimento di prospettiva pluriennale che guardi anche al futuro della scuola, si scaricherà sulle autonomie scolastiche e sui dirigenti la responsabilità di scelte e soluzioni che aumenteranno, anziché diminuirle, le disuguaglianze già presenti nel nostro Paese.
Diventa di primaria importanza il ruolo del Protocollo d’Intesa sulla sicurezza che prevede il ruolo delle organizzazioni sindacali con una declinazione territoriale e d’istituto, in analogia all’intesa sugli esami di Stato che ha avuto successo nei vari territori.
In quella sede porteremo la discussione sulla ricaduta del Piano sull’organizzazione del lavoro per dare una risposta concreta alle istanze dei lavoratori.
Nei prossimi giorni forniremo materiali più puntuali sugli aspetti più delicati del Piano.