Viva la Repubblica Antifascista
Per un 25 aprile di memoria, storia, resistenza contro ogni forma di violenza e controllo politico.
L’Italia è una Repubblica antifascista. Lo è per legge, non per opinione.
La Costituzione italiana è antifascista, anche se qualche tempo fa il nostro presidente del Senato ha affermato con serenità che “nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo”. Non ci si può, probabilmente, aspettare altro da qualcuno che “non antifascista” si dichiara apertamente. E a questo, purtroppo, l’Italia si sta tristemente abituando. Perché sembra che dichiararsi antifascisti risulti particolarmente difficile a chi ci governa.
Ebbene la Costituzione antifascista lo è, e non solo perché vieta di ricostituire il partito fascista, non solo perché proclama una serie di diritti fondamentali inviolabili che contrastano con l’idea che era stata del fascismo, non solo perché tutte le forze che contribuirono a scriverne il testo, anche la destra democratica, avevano una memoria condivisa, sapevano che venivano dalla lotta al fascismo e non c’era bisogno di ribadirlo o ricordarlo a qualcuno: si era antifascisti per natura e nelle varietà delle posizioni politiche. Antifascista la Costituzione lo è perché è figlia di quella lotta partigiana che ha liberato l’Italia dal nazifascismo. E nessuno dovrebbe rifiutarsi di ammetterlo.
Lo storico Alessandro Barbero qualche giorno fa ha detto che il problema dell’Italia è che non va oltre la propria memoria personale. Perché in ogni guerra c’è chi vince e chi perde, c’è chi muore e chi sopravvive e ci sono famiglie che soffrono. Ma bisogna andare oltre la propria memoria, oltre al dolore personale, e accettare la Storia. E la Storia ci dice che mai prima di allora, mai come in quella guerra era evidente che ci fosse una parte giusta e una parte sbagliata. Purtroppo, ha continuato Barbero, c’è un pezzo di Italia in cui si insegna da anni ai bambini che il regime ha fatto anche cose buone e che i partigiani in realtà erano dei criminali e che quindi non c’è nessun motivo di festeggiare il 25 aprile. Quel pezzo di Italia adesso è al governo. E non solo non si proclama antifascista ma arriva ad impedire che se ne parli. La censura, uno dei primi colpi che il regime ha inflitto all’Italia di ieri, arriva oggi, schietta, puntuale e nemmeno troppo abile, come uno spettro nella “casa della democrazia italiana”. Fosse solo il monologo censurato di Antonio Scurati il problema. Il problema per chi ci governa è l’esistenza stessa del 25 aprile. E a questo nessuno dovrebbe piegarsi.
Viva la Repubblica Antifascista, viva la Costituzione Italiana, viva il 25 aprile.