Ultima modifica: 31 gennaio 2024
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Vincitori del concorso ordinario 2020 a rischio licenziamento

Sentenza del Consiglio di Stato ingiusta e inaccettabile annulla la scelta del Tar che aveva concesso le prove suppletive

Nel 2020 viene bandito il concorso ordinario a cui molti docenti non riescono a partecipare perché nello svolgimento delle loro funzioni, in piena fase pandemica hanno contratto il Covid. In relazione alla fase emergenziale la normativa imponeva al lavoratore lo stato di isolamento onde non incorrere in sanzioni di tipo penale. Era la fase in cui era obbligatorio presentare il green pass per uscire dalla quarantena.

La FLC ha sostenuto i docenti che non hanno potuto partecipare al concorso attraverso il ricorso gratuito alla magistratura amministrativa, ottenendo, su disposizione del TAR, lo svolgimento delle prove suppletive che sono state svolte nell’aprile 2023. I docenti che hanno superato il concorso ordinario, sono stati assunti a tempo indeterminato nel corrente anno scolastico e altri sono ancora inseriti in posizione utile nelle graduatorie di merito regionali.

Il Ministero di viale Trastevere, nonostante il bisogno di stabilizzare insegnanti qualificati per garantire continuità didattica, nonostante fossero già stati affrontati i costi per svolgere le prove suppletive, incomprensibilmente ha ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR.

Il 24 gennaio 2024, con la sentenza n. 766 il Consiglio di Stato, ha affermato il principio dell’irrilevanza degli impedimenti soggettivi dei concorrenti, pure se causati da caso fortuito o forza maggiore, ai fini della partecipazione al concorso, di fatto annullando la sentenza del TAR che avevo ordinato le prove suppletive.

Sentenza che come FLC CGIL valutiamo illogica e ingiusta e che provocherà l’assurda situazione in cui docenti che hanno superato un concorso pubblico (alcuni con il massimo dei voti) e stanno svolgendo l’anno di prova con profitto verranno licenziati come se nulla fosse accaduto.

La FLC CGIL denuncia la grave e imprevista situazione e ha chiesto fin dal novembre 2023 un incontro urgente al Ministero proprio su questo tema, non ricevendo alcuna risposta. Abbiamo ora promosso interventi parlamentari per avere i chiarimenti sulla situazione e continueremo ad assistere i diretti interessati, in tutti i modi possibili, che insieme concorderemo nell’assemblea indetta per il prossimo 2 febbraio.