Ultima modifica: 24 gennaio 2024
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Autonomia: Landini, più divari e diseguaglianze, meno diritti per lavoratori e pensionati

“Ci opporremo con tutti gli strumenti per impedire che il Governo spacchi il Paese e ne comprometta il futuro”.

24/01/2024

Roma, 23 gennaio “La maggioranza – nonostante il parere contrario di molte organizzazioni sindacali, delle opposizioni, di numerosi costituzionalisti, di tante associazioni e realtà vive della società civile – ha approvato il Ddl Calderoli in prima lettura al Senato, confermando l’indisponibilità all’ascolto anche su decisioni che riguardano non solo l’architettura istituzionale ma il nostro modello sociale e di sviluppo”. Si tratta di un provvedimento che non porterà nulla di buono ai lavoratori e ai pensionati che rappresentiamo, a partire dalla messa in discussione del contratto nazionale di lavoro e dal definanziamento dello stato sociale”.  Lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

“Ma il danno – prosegue il leader della Cgil – sarà prodotto all’intero Paese: aumenteranno i divari tra Nord e Sud; alla competizione sociale si aggiungerà quella territoriale; cresceranno ulteriormente le diseguaglianze, verrà meno la stessa possibilità di una politica industriale e di coesione nazionale”.

“È questa – aggiunge Landini – la naturale conseguenza, da una parte del cosiddetto residuo fiscale che le Regioni più ricche potranno trattenere per sé, dall’altra della frammentazione delle politiche pubbliche su materie di straordinaria rilevanza strategica come ambiente, energia, infrastrutture, ricerca e molte altre ancora. Pensare che sfide cruciali come la conversione ecologica del nostro sistema produttivo e la transizione digitale possano essere affrontate con scelte diverse per ciascuna Regione vuol dire non avere la consapevolezza della fase storica che stiamo attraversando. Per non parlare della regionalizzazione della Scuola, che tra tutti i difetti di questo Disegno di legge rappresenta, a nostro avviso, il più pericoloso per l’unità e l’identità culturale dell’Italia”.

“Non da soli, ma insieme a tutti coloro che si sono battuti fin dall’inizio contro questa scelta sbagliata e controproducente, – conclude il segretario generale della Cgil – ci opporremo con tutti gli strumenti che la democrazia mette a disposizione, per impedire che il Governo spacchi il Paese e ne comprometta il futuro”.