I modesti anticipi destinati al personale della scuola per il rinnovo del CCNL 2022/2024
L’esiguità delle risorse stanziate per gli aumenti contrattuali rafforzano le ragioni dello sciopero del 17 novembre: in tre anni si perde il 18% mentre il Governo rifonde solo il 5,78%!
Pubblichiamo la tabella suddivisa per profilo professionale e gradone di anzianità relativa agli importi che verranno corrisposti entro dicembre 2023 al personale di ruolo della scuola come stabilito dal cosiddetto Decreto Anticipi (art. 3 del D.L. 18 ottobre 2023 n. 145).
Al personale non di ruolo detto importo verrà riconosciuto su base mensile a partire da gennaio 2024.
Le cifre indicate sono lordo dipendente pertanto per ottenere gli importi netti occorre sottrarre le ritenute previdenziali e fiscali.
Questi importi rappresentano un anticipo rispetto agli aumenti contrattuali relativi al triennio 2022-24 e corrispondono all’indennità di vacanza contrattuale (incrementata di 6,7 volte) spettante per tutto il 2024. I restanti incrementi contrattuali verranno riconosciuti solo al momento del rinnovo del CCNL 2022-24.
Ne deriva che per tutto il prossimo anno il personale non riceverà alcun altro aumento stipendiale a meno che non venga sottoscritto il nuovo contratto. Senonché la legge di bilancio per il 2024, di cui è iniziata la discussione in Parlamento e che dovrebbe disporre le risorse necessarie per il rinnovo contrattuale, prevede lo stanziamento di solo 5 miliardi di euro (comprensivo dell’anticipo di cui sopra) per tutti i lavoratori del settore statale (circa 1,9 milioni di unità).
Questa cifra, sommata a quanto già stanziato con la legge di bilancio 2022, consente un incremento retributivo di appena il 5,78% a fronte di un’inflazione che per il medesimo periodo è tre volte tanto, ovvero circa il 18%. In termini più concreti ciò comporta che rispetto ad una perdita del potere d’acquisto nel triennio superiore a 5.000 euro l’aumento retributivo medio sarà di soli 1.800 euro. Ne consegue per il personale della scuola un peggioramento drastico delle condizioni economiche, un peggioramento insostenibile per una categoria le cui retribuzioni sono già tra le più basse all’interno dei settori pubblici oltre che in confronto ai colleghi a livello europeo.
Per queste ragioni, per ottenere maggiori risorse per i rinnovi contrattuali oltre che per contrastare tutti gli altri aspetti negativi contenuti nella prossima legge di bilancio (in tema di sanità, pensioni, fisco, ecc) la FLC CGIL ha proclamato uno sciopero generale di tutto il personale della scuola e degli altri settori della conoscenza per il prossimo 17 novembre 2023.