Riforma degli istituti tecnici: Valditara sceglie la scorciatoia per lo sviluppo sociale e produttivo, Cgil e FLC contrari
Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL
Roma, 7 novembre 2023 – Nel ricevere la bozza del DPR della riforma degli istituti tecnici attuativa dell’articolo 26 del decreto legge 144/22, recante “misure per la riforma degli istituti tecnici” non possiamo fare a meno di chiederci se davvero il Ministero dell’Istruzione e del Merito abbia a cuore il confronto con le organizzazioni sindacali e la società civile oppure pensi che l’interlocuzione con i corpi intermedi del settore sia un adempimento burocratico, una seccatura da evadere perché così è la noiosa prassi per la costruzione delle leggi della Repubblica.
Osserviamo infatti che un provvedimento così importante, che comporta interventi consistenti sul curricolo dei percorsi di istruzione tecnica, sul monte ore, sul relativo profilo educativo e professionale (P.E.Cu.P.) non può essere affrontato e liquidato nell’arco di così poco tempo, soprattutto se l’organizzazione dei percorsi comporta modifiche di non poco conto su organici, uffici tecnici, formazione dei docenti, istituzioni di comitati tecnico scientifico di scuola, ecc. Il tutto sempre e soltanto senza nuovi oneri per la finanza pubblica e con il solito richiamo di rito (per salvarsi l’anima) “fatta salva l’autonomia scolastica e le prerogative degli organi collegiali”.
Il nesso insistito e costante fra percorsi di studio e sbocco lavorativo, il privilegiamento dei raccordi con il mondo del lavoro e dei contesti produttivi addirittura di livello locale con tutte le attività didattiche che risultano subordinate e funzionalizzate alle istanze formative avanzate nel contesto socioeconomico di appartenenza, disegnano un sistema di istruzione tecnica frammentato e un impianto fuori tempo destinato a rapida obsolescenza.
Nel momento in cui le forze produttive generali della società della conoscenza e dell’intelligenza artificiale richiedono una “testa ben fatta” in grado di adattarsi alle incessanti evoluzioni della scienza e della tecnica, si va in una direzione esattamente contraria perseguendo una visione breve e bassa dello sviluppo e della crescita produttiva e sociale.
Per questi motivi, come Cgil ed FLC, abbiamo espresso il nostro parere contrario e abbiamo subito avanzato richiesta di “confronto sindacale” in base all’art. 6 del CCNL Istruzione e Ricerca.