Il CSPI ha espresso il previsto parere sullo schema di DPCM sui corsi abilitanti
Il parere propone modifiche ed integrazioni per assicurare una efficace risposta alle necessità dei docenti in formazione e complessivamente al sistema di istruzione.
Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) riunito in adunanza plenaria (in via telematica) in data 21 giugno 2023 ha formulato il previsto parere sullo “Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottarsi di concerto con i Ministri dell’istruzione e dell’università e della ricerca, ai sensi dell’articolo 2-bis, comma 4, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59, introdotto dall’articolo 44 del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, convertito nella legge 29 giugno 2022, n. 79”. Il provvedimento definisce il percorso universitario e accademico di formazione iniziale e abilitazione dei docenti di posto comune, inclusi gli insegnanti tecnico-pratici, delle scuole secondarie di primo e secondo grado e determina i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa, i requisiti dei centri multidisciplinari individuati dalle istituzioni della formazione superiore, le modalità organizzative, i costi massimi da sostenere a carico degli interessati, i criteri e le modalità di svolgimento della prova finale al fine di conseguire l’abilitazione all’insegnamento per la scuola secondaria di primo e secondo grado.
Il CSPI, in premessa ha richiamato, ancora una volta, la necessità di un percorso di reclutamento omogeneo e univoco e di un sistema ordinario che definisca percorsi abilitanti strutturati e stabili, necessari per la programmazione del ciclo di studi degli aspiranti docenti e per assicurare una preparazione didattica adeguata alle necessità formative degli studenti.
Il parere rileva positivamente il richiamo relativo al vincolo del 20% per lo svolgimento in presenza delle attività formative e la presenza significativa di tirocinio diretto, pur segnalando alcune criticità:
- la mancanza di specifici finanziamenti, mirati alla strutturazione di un’organizzazione universitaria a supporto della formazione iniziale dei docenti;
- l’importanza di prevedere facilitazioni e borse di studio per garantire il diritto allo studio con la possibilità di accesso a tutte e a tutti a fronte di costi indicati (€ 2.500);
- le ridotte percentuali, rispetto al fabbisogno, di percorsi specifici per i precari;
- l’accesso limitato, con quote di riserva, ai percorsi abilitanti semplificati per i docenti che intendano acquisire un’ulteriore abilitazione,
- la mancanza di modalità omogenee e univoche per la definizione del fabbisogno, la predisposizione dell’offerta di percorsi e la programmazione degli accessi in caso di eccedenza di domande;
- la vaghezza del testo rispetto alla definizione e alla retribuzione del tutor coordinatore e del tutor dei tirocinanti, che svolgono compiti diversificati, in particolare lasciando irrisolta la questione relativa al riconoscimento economico per i tutor dei tirocinanti, oggi prelevato dal Fondo dell’Istituzione scolastica, con l’aggravante che dal 2025 le risorse necessarie per l’attivazione di queste figure saranno prelevate dal fondo destinato alla card-docente, penalizzando, di fatto, il finanziamento delle attività di aggiornamento di tutto il personale docente.
Il CSPI, riguardo all’organizzazione interna dei Centri, auspica:
- un’ampia partecipazione alla governance, prevedendo anche le rappresentanze elettive per studenti e personale docente e tecnico-amministrativo
- un equilibrio tra componenti universitari e accademici e membri della scuola, e non solo dell’amministrazione scolastica, per dare concretezza all’interazione tra scuole e università.
Infine, pur apprezzando la declinazione puntuale del profilo conclusivo del docente abilitato e degli obiettivi formativi minimi finalizzati a definire i percorsi di formazione iniziale, il CSPI ha proposto alcune modifiche nell’Allegato A e nell’allegato 1.
Il parere è stato votato all’unanimità.