Contratto “Istruzione e Ricerca” 2019-2021, scuola: discussi i criteri di distribuzione delle risorse aggiuntive rese disponibili con il nuovo Atto di indirizzo
Incrementare gli stipendi di docenti e ATA, innalzare l’indennità dei DSGA. Tre giorni di permessi retribuiti ai precari per rafforzare le tutele contrattuali.
Giovedì 11 maggio 2023 si è svolto all’Aran un nuovo incontro per il rinnovo contrattuale 2019-2021 del comparto “Istruzione e Ricerca” nel corso del quale sono stati discussi i criteri di distribuzione delle ulteriori risorse per il personale della scuola rese disponibili con l’accordo politico dello scorso novembre 2022 e del conseguente Atto di indirizzo del marzo 2023.
Si tratta di 100 mln di euro una tantum (stanziati dalla legge n. 6/2023), di 230 mln di euro (in precedenza finalizzati alla “dedizione” del lavoro docente e che in origine ammontavano a 300 mln di euro), della quota restante (circa il 4%) degli aumenti stipendiali ancora non assegnati con l’accordo contrattuale dello scorso dicembre 2022.
Per la FLC CGIL le risorse una tantum dovranno essere distribuite tra tutto il personale (docente e Ata) sia di ruolo che precario. Le restanti risorse dovranno essere finalizzate ad incrementare in via continuativa gli stipendi di tutto il personale (la Rpd per i docenti e il Cia per gli ATA), a riconoscere i diritti dei precari a partire dai tre giorni di permessi retribuiti, ad incrementare le diverse indennità, compresa quella del DSGA.
Non siamo d’accordo con chi durante la trattativa ha sostenuto di seguire la via del contenzioso per rafforzare i diritto dei precari per evitare di porre a carico del Ccnl i costi per riconoscere i 3 giorni di permessi retribuiti ai precari. Non è questa la via per rafforzare le tutele dei lavoratori. Per la FLC CGIL deve essere il contratto lo strumento prioritario e privilegiato attraverso cui estendere i diritti dei precari e affermare il principio della giustizia europea relativamente all’equiparazione dei diritti dei lavoratori di ruolo con quelli non di ruolo. Non fare ciò significherebbe venir meno alla propria funzione di sindacato che è quella di tutelare e conciliare gli interessi di tutti i lavoratori a partire dai più fragili.
Al termine dell’incontro l’Aran si è riservato di formulare, per il prossimo incontro fissato per il 17 maggio, una proposta sulla distribuzione delle risorse che tenga conto dell’esigenza di dare una risposta complessiva a tutti i lavoratori del settore scuola interessati dal rinnovo contrattuale.
Per la FLC CGIL è necessario procedere speditamente nella trattativa per affrontare e risolvere i nodi ancora aperti (sul piano economico e normativo) e arrivare quanto prima alla conclusione di un contratto ormai scaduto da tempo e poter aprire la stagione del rinnovo del prossimo triennio contrattuale 2022-24.
A fronte di una situazione economica sempre più preoccupante per i lavoratori, e di un’inflazione che intacca fortemente il potere d’acquisto degli stipendi, occorre che il Governo stanzi le necessarie risorse per il rinnovo contrattuale 2022-2024 nella prossima legge di bilancio poiché ad oggi nulla ancora è stato stanziato, così come nulla prevede il DEF per i contratti dei lavoratori pubblici.
È questo, tra gli altri, il motivo per cui i lavoratori della scuola e del comparto “Istruzione e ricerca” partecipano alle iniziative di mobilitazione generale che si stanno svolgendo in questi giorni promosse da Cgil, Cisl e Uil per una “Nuova stagione del lavoro e dei diritti”.