Ultima modifica: 27 giugno 2022
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Bonus 200 euro: a chi spetta e come ottenerlo

Anna Bilato, componente del collegio di presidenza dell’Inca, ci ha spiegato tutto sulla una tantum prevista per luglio. Per quelle categorie che devono attivarsi per farne richiesta il consiglio è di andare agli uffici del patronato della Cgil.

27/06/2022
Collettiva.it

Bonus 200 euro, a chi spetta e come ottenerlo? Lo abbiamo chiesto ad Anna Bilato, componente del collegio di presidenza dell’Inca, il patronato della Cgil. Vediamo quali sono gli aspetti da tenere in considerazione.

La premessa è che il riconoscimento del sussidio spetta soltanto a chi ha avuto nel corso del 2021 un reddito individuale pari o inferiore a 35 mila euro, fatto salvo per i percettori di Naspi e Dis-Coll, i percettori di Disoccupazione Agricola, i beneficiari di Indennità Covid 2021, i lavoratori autonomi privi di partita Iva e gli incaricati alle vendite a domicilio.

Ci sono categorie per le quali l’erogazione del bonus sarà automatica? 

“Sì, ci sono categorie di persone che non dovranno fare nulla. L’articolo 32 del Decreto-legge 50 del 2022, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 17 maggio scorso, prevede il pagamento automatico dell’una tantum da parte dell’Inps ai pensionati, ai percettori del reddito di cittadinanza e a tutte quelle categorie per le quali l’Istituto è già in grado di verificare il possesso dei requisiti previsti. I pensionati che ne hanno diritto lo riceveranno con l’assegno del primo luglio”.

E per quanto riguarda i lavoratori dipendenti?

“In questo caso quelli in possesso del requisito reddituale dovranno dichiarare in autocertificazione al datore di lavoro che non sono titolari di trattamento pensionistici e non hanno beneficiato delle indennità citate nell’articolo 32 del Dl 50/2022. Il bonus viene erogato nella busta paga del mese di luglio”.

Quali altre categorie lo riceveranno?

“Sarà erogato anche a chi è titolare di prestazioni di natura assistenziale. Per citare il testo dell’articolo 32 del Dl 50/2022, mi riferisco a titolari di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, di pensione o assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, nonché di trattamenti di accompagnamento alla pensione come ad esempio l’Ape Sociale, con decorrenza entro il 30 giugno 2022 e reddito personale assoggettabile a IRPEF, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali, non superiore per l’anno 2021 a 35.000 euro”.

E i percettori di reddito di cittadinanza?

“Chi riceve il reddito di cittadinanza avrà diritto ai 200 euro, a meno che il nucleo familiare non comprenda un lavoratore dipendente o un componente che beneficia di trattamenti citati nell’articolo 32 del Decreto Legge. Il bonus spetterà anche a chi percepisce la Naspi o la Dis-Coll al mese di giugno 2022 e ai titolari di disoccupazione agricola in relazione alle domande fatte nel 2022 che si riferiscono al periodo non lavorato nel 2021. Da una comunicazione informale che abbiamo ricevuto dall’Inps e che presto verrà resa pubblica in una circolare, ai percettori di Naspi e Dis-Coll l’una tantum non verrà erogata a luglio, ma a settembre. A chi è in disoccupazione agricola invece i 200 euro verranno messi in pagamento a dicembre”.

Chi resta?

“Nella categoria di coloro che devono solo aspettare l’erogazione dell’assegno ci sono quelli che hanno beneficiato nel 2021 dell’indennità Covid. Anche loro non dovranno presentare alcuna domanda e riceveranno il sussidio a settembre”.

Chi si deve attivare? Chi deve fare domanda?

Tra le categorie che invece sono tenute a inoltrare formale richiesta all’Inps, come si può leggere anche sul sito www.inca.it, figurano: i lavoratori domestici che abbiano in essere uno o più rapporti di lavoro alla data di entrata in vigore del decreto (18 maggio 2022); i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa i cui contratti sono attivi alla data di entrata in vigore del decreto e iscritti alla Gestione separata che hanno reddito derivante dai suddetti rapporti non superiore a 35.000 euro per l’anno 2021; i lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti che nel 2021 abbiano svolto la prestazione per almeno 50 giornate e un reddito derivante dai suddetti rapporti non superiore a 35.000 euro per l’anno 2021; i lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo che nel 2021 abbiano almeno 50 contributi giornalieri versati e un reddito derivante dai suddetti rapporti non superiore a 35.000 euro per l’anno 2021; i lavoratori autonomi, privi di partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie che, nel 2021 siano stati titolari di contratti autonomi occasionali (articolo 2222 del codice civile). Per tali contratti deve risultare per il 2021 l’accredito di almeno un contributo mensile, e i lavoratori devono essere già iscritti, alla data di entrata in vigore del decreto, alla Gestione separata; gli incaricati alle vendite a domicilio con reddito nell’anno 2021 derivante dalle medesime attività superiore a 5.000 euro e titolari di partita IVA attiva e iscritti alla data di entrata in vigore del decreto alla Gestione separata.

Queste categorie di lavoratori per non rischiare di fare errori devono rivolgersi all’Inca (clicca QUI per trovare la sede più vicina a casa tua). Il nostro appello è rivolto a tutte e a tutti, in particolar modo alle lavoratrici e ai lavoratori domestici, quasi sono tutte donne straniere in età avanzata. Avendo iniziato a raccogliere queste pratiche, infatti, abbiamo trovato moltissimi casi di lavoratrici che sono in possesso dei requisiti per la pensione e per molte di loro alla fine, oltre a richiedere il bonus di 200 euro, abbiamo compilato la domanda per il pensionamento. E questo lo dobbiamo soprattutto alla professionalità e all’impegno dei nostri operatori negli uffici Inca e nelle Camere del Lavoro di tutta Italia. Il prerequisito è che la richiedente deve avere in essere un rapporto di lavoro regolare almeno al 18 maggio scorso”.

Duecento euro, come dimostrano le decine di migliaia di domande che avete già raccolto, sono pur sempre un aiuto. Ma cosa pensi, in generale, di questa misura?

“È una misura del tutto insufficiente. Soprattutto se la confrontiamo con la situazione di crisi che stanno vivendo lavoratori e pensionati. Come ha detto anche sabato in piazza del Popolo il nostro segretario generale, Maurizio Landini, ci vuole una riforma complessiva del sistema fiscale che riduca il peso su lavoratori e pensionati e lo sposti su rendite e profitti. 200 euro sono un contributo che nessuno sottovaluta, anzi, ma non risolvono assolutamente i problemi”.