Autonomia differenziata, FLC CGIL: necessari chiarimenti su una bozza di legge-quadro che prospetta l’ipotesi di regionalizzare l’istruzione
Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
Roma, 8 giugno – È circolata nei giorni scorsi una bozza di legge quadro in materia di attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione che dovrebbe dare avvio a quella accelerazione annunciata dalla Ministra Gelmini verso il riconoscimento di ulteriori forme di autonomia alle Regioni. La FLC CGIL condivide la nota diffusa dalla CGIL al fine di fare chiarezza sul tema. Infatti, consideriamo indispensabile un ampio confronto sulla bozza circolata che, tra l’altro, produce nuovamente un allarme sul settore dell’istruzione.
È necessario uscire dalle ambiguità delle dichiarazioni per cui una volta si afferma che la scuola va tenuta fuori dall’autonomia differenziata e un’altra volta che se ne può discutere a patto di individuare i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP). Su questa e su tutte le altre materie oggetto di regionalizzazione, così come sul metodo parlamentare previsto per l’attuazione del titolo V, è inaccettabile tenere pressoché secretato il dibattito. Questo è affare dei cittadini, delle forze sociali e non bastano gli incontri fra la Ministra e le tre regioni per fare democrazia e informazione perché questo dell’autonomia differenziata è tema cruciale per i destini del Paese.
La FLC CGIL ribadisce il proprio NO a qualsiasi ipotesi di regionalizzazione della scuola e dell’istruzione, oggi più che mai, soprattutto in considerazione dei tragici momenti che abbiamo attraversato durante la pandemia. In quei mesi era evidente la necessità di un governo nazionale per tutte le emergenze legate a sanità e scuola ed oggi si continua a proporre un argomento che si dovrebbe definitivamente abbandonare e che rischia di frammentare i diritti fondamentali di cittadinanza nel nostro Paese.
Ribadiamo, in ogni caso, che la scuola, per il suo valore di organo costituzionale, di strumento per la creazione delle condizioni di uguaglianza e di strumento di rimozione degli ostacoli per l’esercizio della cittadinanza piena della persona, deve essere tenuta fuori da questi processi. Perché la scuola, per il suo carattere di istituzione della cultura, della coesione, dell’identità nazionale o è nazionale o non è.
Auspichiamo pertanto che la Ministra Gelmini dia seguito alla richiesta di incontro avanzata dalla CGIL e faccia chiarezza su un percorso inadeguato a perseguire l’obiettivo di rimettere l’uguaglianza al centro dei processi sociali, abbandonando la strada dell’autonomia differenziata come strumento di frammentazione dei diritti e dell’esercizio della cittadinanza.