PNRR: istituito il Gruppo di lavoro per il contrasto della dispersione scolastica e la riduzione dei divari territoriali
L’iniziativa rientra tra le azioni previste dal PNRR, annunciate nelle linee programmatiche del Ministro Bianchi. Preoccupa la subalternità culturale e progettuale assegnata al sistema nazionale di istruzione e la mancata centralità delle istituzioni scolastiche, che dovrebbero essere le vere protagoniste delle azioni in campo.
L’11 marzo 2022 è stato istituito presso il Ministero dell’Istruzione uno specifico Gruppo di lavoro con la finalità di definire le indicazioni generali per il contrasto della dispersione e il superamento dei divari territoriali. Si tratta di una delle iniziative previste nell’ambito dell’attuazione del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, elaborato dal governo Draghi che prevede l’articolazione degli interventi definendo sei missioni, tra cui la Missione 4: Istruzione e Ricerca che abbiamo commentato con specifiche schede anche relative alla scuola secondaria di II grado.
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Le esplicite finalità sottese alla costituzione del Gruppo di lavoro espresse dal Ministro Bianche rispetto agli istituti dove, mediante l’utilizzo dei risultati delle prove Invalsi, i livelli di apprendimento risultano meno elevati sono: “maggiore attenzione alla personalizzazione dei percorsi scolastici, sostegno mirato ai dirigenti scolastici, mentoring e formazione (anche da remoto) per almeno il 50% dei docenti, potenziamento del tempo scuola con progettualità dedicate”. Il comunicato del Ministero dell’Istruzione sottolinea che su tali azioni di contrasto alla dispersione scolastica e di superamento dei divari territoriali, il PNRR ha destinato uno stanziamento complessivo di 1,5 miliardi di euro.
Il Gruppo di lavoro, chiamato a definire indicazioni e linee guida generali da mettere a disposizione delle istituzioni scolastiche che parteciperanno alle azioni del PNRR, è formato da Ludovico Albert, Franco Lorenzoni, Massimiliano Morelli, Andrea Morniroli, Massimo Nutini, Vanessa Pallucchi, Don Marco Pagniello, Marco Rossi Doria, Chiara Saraceno, Valentina Scavone.
Certamente la FLC CGIL considera prioritario l’obiettivo del contrasto della dispersione e di superamento dei divari territoriali, eppure la complessiva impostazione delle progettualità della Missione 4 del PNRR tradisce un autentico svilimento del ruolo delle scuole, del personale docente, dirigente e ATA che vi opera.
In primo luogo, si rileva la pericolosità di procedere mediante l’utilizzo dei risultati delle prove Invalsi all’individuazione di singole istituzioni scolastiche considerate “fanalino di coda” delle classifiche, quasi colpevolizzando il loro agire e quello delle professionalità in esse coinvolte, mettendo implicitamente in discussione impegno e qualificazione.
Con questa modalità operativa, inoltre, si è scelto di non comprendere la complessità delle interconnessioni tra l’azione educativa realizzata dalla singola istituzione scolastica e le più ampie condizioni economiche, sociali e culturali di contesto e di ignorare la conseguente necessità di un significativo potenziamento strutturale della Scuola, l’agenzia educativa formalmente deputata a garantire il diritto all’istruzione. Non sono rari i casi in cui gli insegnanti e i dirigenti scolastici, i soggetti che la Missione 4 del PNNR intende affiancare con iniziative di mentoring e tutoring, svolgano o abbiano svolto la propria attività in scuole che raggiungono di volta in volta esiti diversi nelle rilevazioni effettuate mediante i test Invalsi: davvero è ipotizzabile agire individualmente su di loro? In realtà, la reale efficacia dell’azione educativa passa dal lavoro sinergico e collegiale, orientato all’innovazione didattico pedagogica e non dal miglioramento delle performances individuali dei singoli attori.
Per il contrasto della dispersione e il superamento dei divari territoriali, invece, è necessario l’investimento di risorse strutturali per migliorare complessivamente il sistema nazionale di istruzione.
Pertanto, sono indispensabili: la formazione del personale, mediante percorsi di ricerca-azione dei consigli di classe e dei collegi dei docenti, la stabilità degli organici, la disponibilità di programmazione di interventi mirati in compresenza, la possibilità di intervenire su gruppi classi non troppo numerosi, la predisposizione di ambienti didattici di apprendimento, supportati da assistenti di laboratorio per un’attrattiva pedagogia dell’inclusione e dell’operatività. Si tratta quindi di potenziare la Scuola e i suoi protagonisti, di dare forza al tempo del curricolo e non di predisporre ulteriori strumenti occasionali e aggiuntivi fuori dal sistema nazionale di istruzione.
La logica orientata sempre più marcatamente alla personalizzazione degli apprendimenti, inoltre, rischia di consolidare ulteriormente la deriva verso l’individualismo con una perdita del valore della convivenza democratica e dei percorsi collettivi, come sono quelli che si attivano a partire dal nucleo sociale primario che è il gruppo classe. In tal senso, consideriamo fondamentale che nel contrasto alla dispersione si attuino percorsi inclusivi, non discriminanti e che si accantoni l’idea, contenuta nelle proposte della Missione 4, del superamento anche dell’identità tra classe demografica e aula, scelta di natura pedagogico didattica che, invece, va riservata all’autonomia delle istituzioni scolastiche, come previsto dal DPR 275/99.
Rispetto alla costituzione del Gruppo di Lavoro, inoltre, pur rilevando l’autorevolezza delle personalità coinvolte, si segnala l’assenza delle professionalità che quotidianamente si spendono all’interno del sistema di istruzione e che devono essere i protagonisti dell’abbattimento del fenomeno della dispersione scolastica. Consideriamo inefficaci i mentori e l’idea stessa di esperti esterni a fronte di un ampliamento del tempo scuola provvisorio, temporaneo e con tutor per Dirigenti e docenti che agirebbero in sovrapposizione, come elementi estranei, rispetto alle comunità educanti destinatarie. Riteniamo, invece, che siano proprio i docenti, i dirigenti scolastici e tutto il personale della scuola a possedere le risorse per il miglioramento del sistema di istruzione, omogeneo in tutto il paese, ma capace di adattarsi e dare risposte adeguate ai più diversi contesti.
Infine, per quanto riguarda il metodo, il Ministro che durante l’incontro del 3 settembre 2021, in occasione del tavolo di confronto avviato con le OO.SS. sulle strategie e le priorità di utilizzo delle risorse del PNRR, si era detto disponibile all’istituzione di tavoli tecnici specifici sulle diverse azioni da realizzare, non ha avviato alcuna interlocuzione, né comunicazione.
Ci auguriamo che, nell’ambito della ricomposizione dei rapporti annunciata nell’incontro FLC CGIL – UIL Scuola e MI sulle relazioni sindacali del 17 marzo 2022 si possa recuperare, anche sulle imminenti e strategiche riforme previste dal PNRR nel settore dell’istruzione, un percorso democratico e partecipato.