Ultima modifica: 7 gennaio 2022
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La scuola in presenza è diventata uno strumento di consenso politico

Intervista a Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil . «L’idea chiarissima dell’attuale governo è che bisogna risparmiare sulla spesa corrente. Il taglio dell’organico Covid è stato voluto da Palazzo Chigi»

07/01/2022

il manifesto

Adriana Pollice

«Le scelte del governo Draghi smentiscono le consuete dichiarazioni del ministro dell’istruzione Bianchi sulla centralità della scuola per le politiche di sviluppo del Paese» è il commento del segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, dopo l’incontro di martedì, in cui Bianchi non ha voluto discutere sul rientro il classe e la sicurezza nelle aule, e alla luce del nuovo dl approvato mercoledì.

Cos’è successo al ministero?
Avevamo sollecitato l’incontro dopo lo sciopero del 10 dicembre per un chiarimento sull’orientamento del governo sul tema del contratto nazionale ma davamo per scontato che ci sarebbe stata un’informativa sulle misure che volevano adottare per il rientro tra i banchi e invece il ministro si è sottratto.

Siete preoccupati per la crescita dei contagi?
Al primo incontro al tavolo per la sicurezza, la scorsa estate, avevo fatto presente che bisognava prepararsi a ogni scenario perché era possibile che ci saremmo ritrovati con una variante nuova. Era prevedibile. Abbiamo sostenuto fin da subito la necessità di mantenere alta la guardia per contenere i positivi. La vaccinazione, abbiamo detto, è necessaria (la Cgil è per l’obbligo fin da agosto) ma non sostituisce i presidi di sicurezza.

E invece cos’ha deciso il governo?
È stato cancellato il distanziamento di un metro in classe. Ci siamo trovati abbastanza soli a insistere sul punto. Vedo che le regioni chiedono che venga interrogato il Cts. Quando noi, quest’estate, abbiamo chiesto al Cts di venire al tavolo per la sicurezza e spiegarci quali erano le evidenze scientifiche sulla base delle quali si cancellava il distanziamento nessuno si è presentato. L’ho trovata sconcertante. È un punto di grave responsabilità politica che qualcuno si deve assumere.

Quale altro errore grave è stato fatto?
È stato cancellato lo sdoppiamento delle classi, fondamentale anche per la qualità della didattica. Sono state tagliate le risorse usate per questo scopo l’anno scorso. Così la scuola è stata disarmata rispetto alla diffusione del virus. Abbiamo dovuto fare uno sciopero per chiedere che venissero mantenute le risorse per l’organico Covid, che era già inferiore all’anno precedente perché riguarda solo il supporto didattico e il personale Ata. Le proposte sul ripristino di presidi sanitari nelle scuole, su investimenti per potenziare il trasporto scolastico dedicato non hanno mai avuto ascolto.

Il governo ripete che la scuola deve essere in presenza.
Da una parte c’è il sacrosanto obiettivo della didattica in presenza e noi siamo stati i primi a sostenere che la dad non fosse una soluzione, che bisognava tornare in presenza. Ma il tema è stato trasformato in un totem, uno strumento di consenso politico. L’idea chiarissima, radicata a Palazzo Chigi, è che per quanto riguarda la scuola bisogna risparmiare sulla spesa corrente. Il taglio dell’organico Covid è stato voluto da Palazzo Chigi. Anche a fronte delle risorse del Pnrr, questo governo conferma l’idea che per la scuola bisogna contenere i costi sugli organici.

Cosa proponete per la ripresa delle lezioni?
La situazione dell’epidemia al momento è fuori controllo. C’è un problema serio sul tracciamento: già previsto nel protocollo di agosto, non è stato mai attuato. Rischiamo che questo renda inefficace la sorveglianza con il testing nella scuola primaria. Nella scuola secondaria la soluzione dell’autosorveglianza fino a due casi, con differenziazione tra vaccinato e non (introdotta con l’ultimo dl), oltre a non essere accettabile non è neppure praticabile. Le scuole non sono in possesso del dato sugli alunni vaccinati. La gestione della didattica mista, a casa e in classe, è difficile ed è sbagliata. Ma poi qual è la base scientifica che ci dice di poter aspettare se i contagiati sono solo due?

La soluzione è la dad?
Il contagio bisogna prevenirlo con tamponi e vaccinazioni, utilizzando la dad per un periodo con queste finalità. Poi bisogna rendere disponibili le ffp2 per personale e studenti, mettere nei pressi delle scuole presidi sanitari per le vaccinazioni, smart working per le famiglie. Rischiamo di chiudere comunque per mancanza di personale: i dati ufficiali non vengono dati, dopo due anni che li chiediamo ci domandiamo se sia stato messo in campo un sistema di verifica e, se ci sono, perché non vengono resi disponibili.

Ci sono le condizioni per il rientro in presenza?
Le assenze per malattia erano tante e stanno aumentando. Rischiamo di non aver insegnanti né supplenti né il personale Ata, oltre ai bambini contagiati. Se stiamo tutti in malattia la scuola non funzionerà né in presenza né da remoto. Se il punto è contenere il contagio le scelte del governo non vanno in questa direzione, sono solo uno spot.