Ultima modifica: 19 giugno 2020
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CGIL, FP, FLC: basta attaccare lavoro pubblico

Comunicato congiunto della confederazione e delle categorie del pubblico impiego.

19/06/2020

“Basta con gli attacchi ai dipendenti pubblici. I lavoratori e le lavoratrici meritano rispetto, senza la loro attività nessuno dei diritti costituzionali, dalla salute all’istruzione, dalla mobilità alla cultura, potrà essere davvero esercitato dai cittadini”. Così la segretaria confederale della CGIL Tania Scacchetti e i segretari generali di FP e FLC Serena Sorrentino e Francesco Sinopoli commentano gli attacchi di questi giorni al lavoro pubblico da parte di editorialisti, opinionisti, docenti tra cui Pietro Ichino.

“Lo smart working – ribadiscono i tre dirigenti sindacali – non è una vacanza, e l’impiego pubblico non è una casta di privilegiati che può decidere liberamente se lavorare o meno, in un’odiosa contrapposizione con il mondo del lavoro privato che in queste settimane ha subito gli effetti della decurtazione salariale”. Per Scacchetti, Sorrentino, Sinopoli “sfugge ciò che realmente è avvenuto durante il lockdown nel sistema pubblico in termini di riorganizzazione del lavoro, di gestione dei servizi, di innovazione dei processi. Una riorganizzazione che è stata realizzata rapidamente nonostante le risorse scarsissime, strumenti privati e senza la necessaria formazione”. “Riteniamo – proseguono – che continuare a puntare il dito contro chi si è trovato a reinventare, senza alcuna formazione, il proprio impegno lavorativo è a dir poco ingeneroso e soprattutto inutile per la costruzione di un reale cambiamento del sistema dei servizi pubblici”.

Per Scacchetti, Sorrentino e Sinopoli “in nome di una presunta modernità, si preferisce rimanere ancorati all’idea del tornello come misuratore della produttività, piuttosto che fare i conti con la necessità di: organizzare il lavoro per obiettivi, di investire sulle professionalità presenti attraverso la formazione (risorsa scarsa in tutte le pubbliche amministrazioni), di rivedere le procedure di reclutamento per selezionare le competenze migliori, di investire sul rinnovo dei contratti come leva del cambiamento, di migliorare la qualità della produzione legislativa che dovrebbe rappresentare il primo passo per i processi di semplificazione che tutti rivendicano”.

“È arrivato il momento di interrompere questo disco rotto e di analizzare queste criticità con studi approfonditi e non con il sentito dire, anche a partire da ciò che in questa situazione emergenziale non ha funzionato, e sfruttando – concludono la segretaria confederale della CGIL e i segretari generali di FP e FLC – la grande capacità di cambiamento che una parte rilevante di questo sistema ha dimostrato”.