Voto numerico nella scuola primaria: abolizione prevista dall’a.s. 2020/2021
Approvato in Senato il maxiemendamento che prevede l’abolizione della scala decimale di valutazione nella scuola primaria. Un provvedimento fortemente voluto e sostenuto dalla FLC CGIL.
È stato approvato in queste ore dal Senato, con voto di fiducia, il maxiemendamento al decreto scuola che comprende l’abolizione del voto numerico per la valutazione degli apprendimenti nella scuola primaria, pur con una modifica importante, rispetto alla formulazione iniziale presentata in Commissione, che ne rinvia l’attuazione al prossimo anno.
La FLC CGIL ha promosso e sostenuto con forza questo risultato fin dalla prima pubblicazione del DL 22, con la proposta prima di un proprio emendamento, successivamente in sede di audizione presso la VII Commissione cultura del Senato e con una petizione on line sottoscritta da migliaia di docenti e cittadini.
All’interno dello stesso CSPI la proposta è stata sostenuta all’unanimità
Si tratta di un primo passo avanti rispetto alla norma introdotta nel 2008 con la riforma della ministra Maria Stella Gelmini che, con la reintroduzione del voto numerico, affermava l’idea di una scuola selettiva, meritocratica, competitiva, mettendo una pietra tombale sulle istanze della pedagogia democratica ispiratrici delle grandi riforme del sistema scolastico, in particolare della L.517 del 1977.
Una Legge che onorava la natura costituzionale della scuola, proponendosi di sostenere un percorso fortemente innovativo, che mettesse al centro l’alunno, valorizzandone le peculiarità e gli stili di apprendimento, nella dimensione collettiva della costruzione del sapere. Tra gli elementi più significativi di quella riforma “epocale”, che doveva aiutare i docenti nel loro lavoro di promozione di tutte le potenzialità dei propri allievi, ricordiamo l’integrazione degli alunni con disabilità, la programmazione curricolare e, appunto, l’abolizione delle pagelle con i voti numerici e la sostituzione di queste con le schede predisposte per giudizi descrittivi, frutto di riflessione articolata intorno ad indicatori di apprendimento.
Nella scuola della Costituzione, che “promuove” il successo formativo e il benessere delle bambine e dei bambini, basata sulla responsabilità e sulla cooperazione, che accoglie e valorizza le diversità, il voto numerico, strumento di una valutazione quantitativa che crea classifiche e favorisce competizione, è un ossimoro.
È evidente che non sarà sufficiente togliere il voto numerico per affermare e realizzare l’idea di una scuola in cui le strategie valutative, autenticamente formative, sono parte integrante della progettazione e dei processi di insegnamento-apprendimento, finalizzate a rilevare punti di forza e di debolezza, per riprogettare in itinere l’azione educativa e didattica.
Occorre costruire strumenti per una nuova valutazione ma, soprattutto, promuovere e diffondere la cultura di una didattica inclusiva, in un processo di ricerca di strategie di promozione dello sviluppo della persona, di orientamento dei processi di apprendimento, di affermazione del diritto all’istruzione di tutte e di tutti.
Resta il rammarico di non aver offerto, già da questo anno scolastico così travagliato, l’opportunità di utilizzare strumenti di valutazione più indicati, rispetto al voto numerico, a valorizzare il percorso di ciascun alunno, tenendo conto delle condizioni di partenza, dei processi e dei contesti in cui l’apprendimento è maturato.
Rimane comunque nelle prerogative dei Collegi dei Docenti la facoltà di ridiscutere i criteri di valutazione già approvati nel piano triennale dell’offerta formativa.
Siamo fiduciosi che, in questo senso, la comunità professionale potrà stabilire modalità di utilizzo della scala decimale utili a scongiurare classifiche che, inevitabilmente, rispecchierebbero le disuguaglianze delle condizioni sociali, economiche, culturali delle realtà di provenienza degli alunni.
In attesa dell’approvazione definitiva della Camera, che sarà nei primi giorni di giugno, auspicando che il provvedimento avvii un dibattito sulla valutazione formativa che coinvolga tutti gli ordini di scuola, la FLC CGIL prosegue lo stato di agitazione per chiedere uno sforzo straordinario affinché, con l’avvio del prossimo anno scolastico, le istituzioni scolastiche siano dotate degli strumenti, degli spazi e delle risorse per restituire agli alunni, in termini di qualità, il tempo perso nel loro percorso di crescita a causa della pandemia.