Ultima modifica: 29 aprile 2020
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Sulla riapertura delle scuole, l’edilizia scolastica, i bandi di concorso e le proposte di FLC nazionale che rimangono inascoltate, sulla Didattica a Distanza e sul ruolo della scuola, leggi il comunicato stampa di FLC e CGIL Prato

Prato, 29.04.2020 – Se sulla scuola non si apre il confronto con le organizzazioni sindacali, a livello di governo e nei territori, «sarà a rischio la riapertura a settembre». E’ il messaggio preoccupato che la Camera del Lavoro e la Flc (Federazione lavoratori della conoscenza) Cgil di Prato affidano ad un comunicato stampa, in cui nel dichiararsi «attoniti nel prendere coscienza come in questo Paese il diritto alla salute possa essere messo in contrapposizione col diritto all’istruzione», constatano come «il tema della riapertura delle scuole, quando ma soprattutto come, sembra non essere centrale in queste ore in cui ci si  si prepara ad affrontare la fase 2. E in molte città, anche a Prato, la discussione è in ritardo».

Un giudizio da cui dipende il vero timore della Cgil: lo smantellamento della scuola pubblica. Recita infatti il comunicato: «Occorrono soluzioni praticabili, occorre aprire tavoli di confronto a livello centrale e periferico con le organizzazioni sindacali per ricercare le migliori strade da percorrere. In queste settimane abbiamo visto con i nostri occhi cosa ha significato lo smantellamento della sanità pubblica e gratuita. Non possiamo permettere che lo stesso accada nella scuola pubblica, a causa delle troppe deficienze del sistema dell’istruzione».

E’ lungo il cahier de doléances di Cgil e Flc Prato («temi pregressi rispetto alla gestione dell’emergenza sanitaria, causati da anni e anni di politiche di investimenti pubblici fatte di tagli a tutto»): l’edilizia scolastica che restituisce classi sovraffollate, le mancate assunzioni, la mancanza di insegnanti di sostegno (il 90% delle cattedre non assegnate, perché prive di candidati con titolo), il ricorso sempre maggiore al precariato. «Solo a Prato – si legge nel comunicato – all’inizio di questo anno scolastico sono state più di 1400 le supplenze assegnate, e da settembre, in mancanza del rinnovo di graduatorie di istituto, rimandate dal ministero all’anno prossimo per l’incapacità telematica del Miur di gestire le domande, sarebbe impossibile ipotizzare la riapertura, anche se l’emergenza finisse domani».

«Difficilmente percorribile e realizzabile al 1° settembre 2020» è anche ritenuta, a seguito dei bandi pubblicati il 28 aprile, la gestione dei concorsi, straordinario e ordinario anche per la scuola dell’infanzia e primaria, che «per la maggiore disponibilità delle cattedre nel Centro Nord, comporterebbero, in piena epidemia, lo spostamento in massa dei candidati da sud a nord».

E’ invece «rimasta inascoltata» la proposta della Flc nazionale («l’unica gestibile con l’epidemia in corso»), di «procedere con un’immissione straordinaria, per titoli, dei precari storici della scuola secondaria di primo e secondo grado, con almeno tre anni di servizio».

Cgil e Flc Prato si esprimono anche sul modello didattico: «La didattica a distanza non è e non può essere la scuola del futuro, ma solo didattica di emergenza. La scuola pubblica e gratuita ha il compito primario di trasmettere non solo conoscenze ma valori, quali lo stare insieme, la condivisione, la solidarietà, il rispetto reciproco delle differenze, la crescita come comunità e non solo come singoli individui».