Abbassiamo i costi del TFA di sostegno. La formazione è un diritto i cui oneri devono essere garantiti dallo Stato e non scaricati su precari e studenti
FLC CGIL, Adi e Link lanciano una petizione rivolta al MIUR, alla CRUI, al mondo accademico, alla scuola, alle famiglie e alle associazioni dei genitori di studenti con disabilità affinché si abbassino i costi del TFA dando la possibilità di accesso alla specializzazione senza che questo divenga un modo per speculare sulla pelle di precari, studenti e alunni.
I costi dei corsi già nei precedenti cicli del TFA hanno toccato e superato la soglia dei 3.500 euro: cifre troppo alte, che hanno spinto tanti studenti e precari a rinunciare alla formazione specialistica. Questa è una condizione inaccettabile, in quanto l’offerta formativa degli atenei deve essere garantita dallo stato e dalla fiscalità generale. Un Paese che non investe in formazione e scarica su studenti e precari l’intero costo dei percorsi formativi che vogliono frequentare è un Paese ingiusto, che opera una selezione sulla base delle condizioni economiche e ostacola la crescita culturale e le possibilità di lavoro delle nuove generazioni.
Il decreto ministeriale che regolamenta il IV ciclo del TFA di sostegno è stato pubblicato l’8 febbraio ed è molta l’attesa per l’avvio dei nuovi corsi di specializzazione. Nella scuola vi è una forte domanda di docenti specializzati che resta per lo più inevasa, e tanti docenti e laureati sperano di poter acquisire il titolo anche per accedere al nuovo concorso.
I requisiti di accesso al nuovo ciclo del TFA di sostegno consentono l’iscrizione ai corsi ai laureati con 24 CFU, ai diplomati per i profili di ITP, e ai laureati con 3 anni di servizio.
I numeri annunciati dal MIUR parlano di 40.000 posti, che però saranno attivati in tre anni, con una prima trance di soli 14.000 posti. E’ “una goccia d’acqua nell’oceano del precariato” che nel settore del sostegno tocca cifre da record, come la FLC ha denunciato in una pubblicazione di questo autunno. Solo quest’anno più di 50.000 posti sono rimasti scoperti e attribuiti a supplenza a docenti perlopiù privi del titolo.
Per queste ragioni chiediamo che il MIUR
- incrementi il numero dei posti messi a concorso per l’anno accademico 2019/20
- abbassi in maniera decisa i costi dei corsi
Firma la petizione